Pubblichiamo volentieri questa dolce lettera che Paola ci ha inviato, in ricordo della sua Benedetta, nostra pelosa, adottata nel 2003.

 

BENEDETTA                                                                                                    22/08/2014 ore 16

25 OTTOBRE 2003 – 21 AGOSTO 2014

Benedetta è nata … si presume, il 25 Ottobre 2003 assieme ad altri due fratelli maschi, in una famiglia che non amava i cani. Il proprietario era persona crudele… Benedetta, buona e timida, non riusciva da uscire dalla cuccia sia perché era legata da una catena lunga soli 50 cm, sia perché riceveva botte ingiustificate (Le tracce di ciò le sono rimaste per sempre sulla schiena). Questo supplizio non è stato cosa di breve durata ed il suo carattere si è forgiato sulla paura. Non si sa bene quando, ma una vicina di casa del proprietario ha permesso l’intervento dei volontari del canile di San Marino di Carpi.

I volontari del canile erano tutti buoni con lei, cercavano di aiutarla in ogni modo possibile, ma Benedetta era terrorizzata da qualunque cosa e da tutti; il canile è anche un luogo molto rumoroso e lei non usciva dalla cuccia per paura anche degli altri cani.

Il tempo passava e Benedetta era ormai allo stremo delle forze; il veterinario del canile le aveva anche curato una brutta forma di filaria, dalla quale era guarita bene, ma lei si stava lasciando andare, non voleva più vivere. Dimagrita in modo drammatico, aveva un brutto mantello, ispido e rado ed occhi desolanti; la testa sembrava sproporzionata ad un corpicino dove si contavano tutte le ossa.

 

La storia dell’incontro di Benny e la nostra famiglia è avvenuto a seguito di una tragica perdita.

Facciamo qualche passo indietro: avevamo avuto la fortuna di incontrare, sulla nostra strada, Sibilla, una cagnona meravigliosa, intelligente e buona… una “bambina” che sapeva capire tutto… paziente e dolce. Obbediente e serena, per 10 anni era stata, assieme ad Eco, la felicità VERA per tutti. Purtroppo, una grave malattia l’ha stroncata irrimediabilmente ed Eco è rimasta da sola poiché Sibilla, purtroppo, era andata in cielo tra gli angeli più belli.

Eravamo disperati. Il destino, però, aveva calcolato le cose.

Per alcuni anni mia figlia ha prestato saltuariamente volontariato presso il canile di San Marino e la responsabile, conoscendola ed essendo venuta a conoscenza della perdita di Sibilla, ha parlato con lei di questo terribile caso: una cagnona quasi in fin di vita, di nome Benny.

Occorreva avere tanto amore da donare e tanta pazienza poiché Benny (per noi Benedetta) era letteralmente terrorizzata— bastava guardarla perché facesse pipì, non riusciva ad uscire con il guinzaglio… camminava malissimo. Era incredibile come guardasse ECO (l’altra nostra cagnolona) per imitarla; pensiamo che, essendo stata legata ad una corda cortissima, lei non abbia mai veramente camminato o corso … ma poi con noi ha imparato bene a camminare, anche se faceva solo piccole corsette e ritornava subito per paura che la abbandonassimo.

Per tre mesi è rimasta costantemente accanto al mio letto, mangiando appena per sopravvivere, facendosi pipì addosso e soffrendo per la paura che non la abbandonava… sino a quando, nella sua mente, a forza di coccole e baci e pappa, è scattata una molla: ha capito che noi volevamo solo aiutarla e che mai e poi mai avremmo potuto farle del male. Credevamo fosse quasi irrimediabile il suo stato e devo confessare che per noi, inizialmente, era quasi considerata come “portatrice di handicap/terrore” causato dal suo passato … Quanto ci siamo sbagliati…

Ad un certo punto, appena lei ha compreso che noi le volevamo veramente  bene e che  non l’avremmo mai picchiata, si è sentita “TRANQUILLA”…  la sua è divenuta adorazione pura per tutti noi…

Addirittura, si è innamorata di mio marito (papà)… Da un certo momento in poi non lo ha più abbandonato; ogni suo passo erano i passi di Benedetta. Quando mio marito era fuori casa, lei lo aspettava pazientemente. Quando è stato ricoverato per un intervento chirurgico, ha praticamente smesso di mangiare e continuamente, ascoltando ogni automobile con rumore simile, lo aspettava.

Questo non pregiudicava che lei amasse anche tutti gli altri membri della famiglia, compreso i gemellini, che ha accolto come una mamma… Amava anche i gattini di mia figlia ed andavamo sempre in vacanza tutti assieme con 3 gatti e 2 cani.

Poi, nel 2012, il terremoto ci ha portato fuori casa per tanto tempo, ma lei e tutti i nostri amici a 4 zampe, sono sempre stati con noi: hanno avuto paura con noi, sono scappati con noi, hanno sofferto tantissimo con noi.

Alla fine di Aprile di quest’anno, Benedetta si è ammalata gravemente ed irrimediabilmente.

Ci ha lasciato il 21 Agosto alle 13,30 circa, presso lo studio veterinario, tra le mie braccia, con la sua zampona tra le mie mani, i suoi occhioni che cercavano conforto nei miei e con le mie parole sussurrate alle sue orecchie … amore, tesoro… che l’hanno accompagnata in braccio a Gesù.

Lascio queste poche righe per ricordarla e per dire a tutti quanto un cane, anche se maltrattato e pieno di sola pura paura (causata naturalmente dalla bestia più crudele l’ “uomo”) possa diventare insostituibile, indimenticabile, cara, dolce, buona buona e anche bellissima perché dopo qualche mese, il brutto anatroccolo era diventata un cigno meraviglioso …  ma soprattutto, oltre tutto il resto,

                                                     B U O N A   ,   B R A V A   e    F I D A T A.

                                                                                                                                     LA MAMMA DI BENEDETTA

 

“LA LUPONA PIU’ BUONA DEL MONDO”

Sei entrata nella nostra casa dalla porta di servizio, in punta di piedi, a riempire un vuoto che ritenevamo irrimediabile.

La tua paura di tutto e di tutti… poi la tua completa fiducia in noi, il tuo DONARTI, ci hanno completamente messo con le spalle al muro e ti abbiamo veramente amata non come “sostituzione”, ma perché eri TU.

La tua inimmaginabile ed indescrivibile gioia per le coccole mai ricevute prima, i tuoi occhi espressivi e dolci… dolci… dolci… la tua “zampona” meravigliosa che sempre ponevi dentro le nostre mani, solo per chiedere conferma del nostro amore per te.

Le tue belle orecchie, sempre “giù” come a dire… sono buona buona e… “invisibile”…voglio essere sempre presente, ma solo con e per VOI.

I tuoi bei denti bianchi usati a fare nient’altro che coccole e mangiare pappa e amore… i tuoi baci, tanti baci.

Forse erano già parecchi giorni che sentivi dolore, stavi male…ma non ce lo facevi vedere… sempre buona, paziente e timida…eri solo un po’ più timorosa, incerta e cercavi di stare il più possibile  vicino al tuo papà, piccola piccola, stretta stretta ai suoi piedi, vicino alle sue carezze così furtive, preziose e necessarie… il più possibile.

Dopo una mia stranissima ed agitata notte (anche tu lo eri), alla mattina, ieri, …volevo farti fare una passeggiatina breve (temevo fosse l’ultima possibile per te), con tutti noi, con Pietro e Gabriele, per farti riassaporare il profumo del bosco, le farfalle, il terreno,  il rumore dell’acqua fresca di sorgente.

Non avremmo “veramente” mai immaginato che quello sarebbe stato il tuo ultimo giorno di vita…

….il tuo ultimo dolce sguardo…   la tua zampona nella mia mano,,,      la mia voce ad accompagnarti… in braccio a Gesù.               

So che ci SEI… Sei anche tu qua con noi… ci sarai sempre… Benedetta, amore. Ci manchi tanto, infinita dolcezza ,… grazie di essere entrata nella nostra famiglia, di averci insegnato tanto: quanto si può essere felici, discretamente, assaporando l’amore mai prima ricevuto come una cosa incredibile, chissà per quale misteriosa ragione meritata, ma tanto tanto bella, ed accontentarsi comunque, senza pretendere nulla…  e scusaci se talvolta non siamo riusciti a capirti sino in fondo… .

So che eri e SEI “FELICE”, ma non vederti REALMENTE, poterti accarezzare, averti qua, con noi ci fa tanto soffrire; una “cosa giusta”, lo so, perché solo chi veramente ha lasciato la sua orma nella nostra anima riesce a farci provare questo enorme peso sul cuore, questa straziante senso di assenza.

… So che tu ci guarderesti sorridendo e, potendo parlare ci rassicureresti che ti abbiamo da sempre compresa, giustificate le paure, difesa dal mondo degli uomini che ti aveva fatto tanto male e che mai avresti potuto anche solo immaginare di poter vivere degli anni tanto sereni… dopo aver sperimentato quanto può essere terribile la crudeltà degli uomini.

Ma noi ne avremmo desiderati tanti altri… con te, con le tue zampone sul terrazzo, il tuo riposo sul cuscinone, il tuo stare insieme a noi dovunque… in casa, in montagna, in ufficio discreta e “invisibile”, accanto a papà, ai miei piedi, vicino la fotocopiatrice, comunque accucciata in qualche angolo; oppure a “rubare” le carezze discrete di chi voleva donarti amore, con i cuccioli d’uomo…  con i tuoi baci ed i tuoi abbracci, i tuoi rumorosi sospiri di puro piacere e tutto ciò che ancora ci avresti regalato.

 

ALCUNE FOTO DI TE CON NOI

 

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