Marilyn

Marilyn

La prima volta che ti vidi, cara Marilyn, mi chiesi quale potesse essere stato il motivo che ti aveva spinta ad alzare un muro cosí alto fra te e gli esseri umani. Provai ad entrare nel tuo box, ma non ti avvicinavi. Osservavi tutti i miei movimenti e, non appena mi avvicinavo piú del dovuto, tu ti allontanavi di nuovo. Una vita passata cosí, a distanza. Non c’è neanche mai stato bisogno di metterti il guinzaglio per spostarti. Sia per andare in sgambatoio, sia per tornare indietro, hai sempre seguito i tuoi compagni, senza mai avventurarti in cambi di rotta o in traiettorie improvvisate.

Negli anni, peró, queste distanze si sono accorciate. Cara Marilyn, ci vuole tanta energia per erigere muri e per mantenerli cosí alti e, durante gli ultimi mesi, queste energie ti sono venute a mancare.

Per riuscire a monitorarti meglio, ti avevamo inserita negli ambienti all’entrata, nel “reparto geriatrico” del canile. Era l’ambiente piú idoneo per te, potevi dormire su materassi morbidi, in stanze riscaldate. Arrivata a questo punto della tua vita accettavi le carezze ma, ad ogni modo, abbiamo sempre cercato di rispettarti e di non turbare il tuo riposo prendendoci confidenze che, se fossi stata in salute, tu non ci avresti concesso.

Come per tutti gli ospiti della nostra struttura, speriamo di essere riusciti a donarti una vita dignitosa, seppur da lontano. Ci dispiace che nessuno ti abbia mai notata. Per te ci sarebbe stato bisogno di una persona decisa ad impegnarsi in un percorso rieducativo che, sicuramente, non sarebbe stato breve né privo di ostacoli.

Noi non ti dimenticheremo, cara Marilyn. Siamo sicuri che lassú i muri abbiano la stessa consistenza delle nuvole, e speriamo che tu possa finalmente provare cosa significhi vivere senza paure. ❤🐾